Israele e la sua guerra all’istruzione nella Striscia di Gaza

Mag 3, 2024 | Notizie, Riflessioni

di Nour Naim,

Arab Center, Washington DC, 20 marzo 2024.

L’Università Al-Israa distrutta, Striscia di Gaza.

L’esperienza dei palestinesi in termini di sfollamento, asilo ed espropriazione a partire dalla Nakba del 1948 ha innescato quella che può essere descritta come una rivoluzione educativa, portandoli a diventare una delle società più qualificate e istruite del mondo. Allo stesso tempo, il settore dell’istruzione in Palestina in generale, e a Gaza in particolare, ha sofferto i continui attacchi da parte dell’occupazione israeliana. La guerra genocida in corso da parte di Israele a Gaza ha comportato enormi costi umani e infrastrutturali. Ha distrutto scuole, università e istituti tecnici e ha ucciso un gran numero di insegnanti e studenti in un evidente tentativo di punire la Striscia di Gaza privandola dei mezzi per istruire i suoi abitanti e prepararli per il futuro.

L’attuale scolasticidio
La guerra israeliana a Gaza ha sistematicamente e deliberatamente preso di mira il settore dell’istruzione con l’intento di sfollamento ed emarginazione. Karma Nabulsi, una studiosa dell’Università di Oxford, ha coniato per prima il termine “scolasticidio” per descrivere la demolizione intenzionale delle infrastrutture educative e il termine è diventato popolare durante l’invasione israeliana di Gaza nel 2008-2009. I ricercatori oggi sostengono che l’attuale attacco dell’esercito israeliano alle istituzioni educative in Palestina è un chiaro esempio di scolasticidio, parte di un modello ben consolidato e di lunga data di attacchi deliberati contro la creazione di conoscenza e patrimonio culturale, portati avanti come parte dell’occupazione coloniale e di politiche per dissuadere i palestinesi dal resistere. La guerra in corso dal 7 ottobre è la peggiore in termini di distruzione e perdite, in particolare nel settore dell’istruzione.

Israele ha inflitto tre tipi principali di perdite al settore dell’istruzione di Gaza.

Distruzione fisica delle istituzioni educative. I bombardamenti israeliani hanno distrutto tutti e dodici gli istituti di istruzione superiore di Gaza o parti di essi. La più recente è l’Università Al-Israa. Il generale di brigata Barak Hiram, l’ufficiale che ha ordinato la distruzione dell’università, è stato semplicemente censurato per le sue azioni, presumibilmente per non aver ottenuto il permesso richiesto dalle autorità militari. In effetti, si dice che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu stia promuovendo Barak Hiram, nonostante le voci secondo cui egli sarebbe stato responsabile dell’uccisione di 13 cittadini israeliani il 7 ottobre mentre rispondeva all’attacco di Hamas.

Abdel Razzaq Takriti di Scholars Against the War on Palestine ha descritto le condizioni a Gaza come un “totale annientamento dell’istruzione palestinese”. In effetti interi istituti scolastici sono stati demoliti, cancellando decenni di progresso educativo e lasciando solo il ricordo di ciò che erano una volta. Questa perdita non ha colpito solo l’infrastruttura fisica, ma ha anche cancellato risorse e conoscenze inestimabili accumulate nel corso degli anni.

All’inizio di febbraio centinaia di migliaia di sfollati interni utilizzavano circa il 92% di tutti gli edifici scolastici di Gaza come rifugi, nonostante prove evidenti di danni di vario grado. L’Education Cluster (EC), un consorzio di partner delle Nazioni Unite, già a febbraio riferiva che 386 edifici scolastici, ovvero il 78% di tutte le scuole di Gaza, avevano subito danni, con 25 scuole completamente danneggiate, 113 gravemente danneggiate, 125 con danni moderati, e 123 con danni minori. Secondo la BBC, uno studio dell’Education Cluster sui siti danneggiati ha rilevato che la distruzione effettiva potrebbe essere superiore del 20% a quella riportata.

Uccisione degli educatori. Il Ministero palestinese dell’Istruzione ha riferito che in data 26 febbraio più di 800 insegnanti erano rimasti feriti e più di 239 membri del personale scolastico erano stati uccisi a partire dal 7 ottobre. Euro-Mediterranean Human Rights Monitor (Euro-Med), una ONG con sede a Ginevra, riferisce che attacchi mirati hanno ucciso molti accademici a Gaza, soprattutto quelli con titoli di studio avanzati. Euro-Med ha riscontrato che dal 7 ottobre tre rettori universitari sono stati presi di mira, insieme a più di 95 presidi e professori universitari. La reale portata di queste perdite rimane sconosciuta, poiché molti decessi probabilmente non vengono registrati. Nella sua ultima dichiarazione il 19 febbraio, il Ministero dell’Istruzione ha annunciato che 5.213 studenti sono stati uccisi e 8.691 feriti dall’inizio dell’aggressione nell’ottobre 2023.

Dall’inizio della guerra nell’ottobre 2023, 5.213 studenti sono stati uccisi e 8.691 feriti.

Distruzione della cultura e del patrimonio. L’assalto di Israele si è poi esteso a musei, biblioteche e archivi. Molti di questi luoghi sono stati distrutti, danneggiati o saccheggiati, con la demolizione di documenti storici, manoscritti e manufatti di inestimabile valore.

Alcuni studiosi non sono convinti che l’attuale definizione di scolasticidio sia sufficiente a coprire le atrocità in corso contro i settori dell’istruzione e della cultura nella Striscia di Gaza. Gli Accademici Contro la Guerra alla Palestina, ad esempio, sostengono che il termine dovrebbe essere ampliato per includere i danni deliberati ad amministratori, insegnanti e alunni, l’accesso ostacolato all’istruzione e gli attacchi sistematici come l’assedio, la chiusura o l’ostruzione dell’accesso alle istituzioni educative. Tutto questo è cancellazione culturale, che è una forma di genocidio culturale perpetuato quando il patrimonio culturale viene distrutto di proposito.

Considerando le argomentazioni di questi studiosi e analizzando i dati provenienti da diverse fonti credibili, si può giustamente espandere la portata del termine. Infatti, il Ministero dell’Istruzione di Gaza ha sospeso l’anno accademico 2023-2024 per motivi di sicurezza. Dal 6 novembre gli studenti non hanno potuto riprendere gli studi.

Distruggere l’istruzione fa parte di un piano

Perché Israele sta conducendo questo attacco al settore educativo palestinese? Molte le ragioni che vengono in mente:

  • Arrestare il progresso sociale: tutte le istituzioni educative, comprese scuole, università e centri culturali, contribuiscono a preservare l’identità nazionale palestinese e promuovono lo sviluppo personale e intellettuale, facilitando il progresso globale dei palestinesi. Lo studioso palestinese Rami Khouri lo ha spiegato in modo succinto, scrivendo che “[La] prima generazione è andata al lavoro, la seconda generazione ha avuto accesso all’istruzione e la terza generazione entrerà in azione”. Israele mira a riportare il popolo palestinese allo stadio pre-educativo, concentrato esclusivamente a procurarsi le cose essenziali per la sopravvivenza.
  • Attaccare l’UNRWA. Attaccare il settore dell’istruzione è un modo per ostacolare e limitare il lavoro dell’UNRWA, che ha contribuito in modo determinante all’istruzione dei palestinesi.
  • Perpetuare la dipendenza di Gaza. La distruzione deliberata di capitale umano diversificato e altamente qualificato, unita al continuo attacco alle infrastrutture educative e all’assassinio di studiosi, serve al sinistro scopo di perpetuare la sottomissione di Gaza a Israele e alle sue condizioni oppressive. Questa strategia non solo soffoca ogni prospettiva di autonomia di sviluppo, ma perpetua anche l’intrappolamento di Gaza in un circolo vizioso di dipendenza, dove il continuo bisogno di aiuti, comprese le necessità vitali come cibo e medicine, non lascia spazio per avanzamenti o progressi.
  • Soffocare lo sviluppo intellettuale palestinese. La deliberata distruzione delle infrastrutture educative mira a ostacolare e soffocare lo sviluppo intellettuale palestinese. L’uccisione mirata di accademici e professionisti in campi come la medicina, il giornalismo e l’ingegneria, insieme alla stretta sorveglianza di coloro che lavorano in settori come la tecnologia e l’ingegneria, deriva dalla paura che il sistema educativo palestinese produca talenti che potrebbero sfidare il dominio israeliano sul piano scientifico e intellettuale.
  • Sopprimere la narrativa palestinese. L’istruzione gioca un ruolo cruciale nel plasmare la narrativa palestinese. Il sistema educativo palestinese produce una generazione che rifiuta inequivocabilmente l’occupazione e denuncia a livello globale i crimini di Israele Tutto ciò minaccia di compromettere la narrativa israeliana. L’uccisione da parte di Israele, nel dicembre 2023, del professore e poeta di Gaza Rafaat Al-Areer, che si era eloquentemente rivolto al mondo raccontando in inglese l’esperienza palestinese sotto il dominio e l’occupazione israeliana, è un esempio terrificante di come Israele usi la violenza per sopprimere la narrativa palestinese.

Ricostruire il futuro: l’istruzione nella Gaza del dopoguerra

Dopo la fine dell’attuale guerra, la comunità educativa di Gaza dovrà affrontare sfide significative, tra cui la ricostruzione delle infrastrutture educative e la risposta ai bisogni psicologici degli studenti e degli insegnanti che ne sono stati colpiti. Molti accademici palestinesi, tra cui il professor Kamalain Shaath, presidente dell’Università Islamica di Gaza, ritengono che il ripristino del settore educativo nella Striscia sarà un processo articolato che dovrà iniziare non appena la guerra finirà. Tale processo dovrebbe iniziare con la rimozione delle macerie e la riparazione di tutto ciò che è recuperabile.

Dovrebbe seguire la fornitura di tende ed edifici prefabbricati per le attività educative, dotati dei beni di prima necessità e dei servizi logistici. Si dovranno adeguare gli orari degli studenti e del personale accademico per accogliere il maggior numero possibile di studenti e discipline. Sarà necessario condurre valutazioni di sicurezza per gli edifici parzialmente danneggiati, consentendo la ripresa delle lezioni e fornendo una spinta psicologica agli studenti. Sebbene la qualità dell’istruzione potrebbe esserne compromessa, questo passaggio è cruciale. Gli studenti avranno bisogno di accedere ad aule temporanee per lo studio autonomo e per i servizi logistici.

A questa fase dovrà seguirne una di ricostruzione globale e ripristino degli edifici e delle strutture universitarie, riportandoli allo stato prebellico. La carenza di personale educativo dovuta alle perdite di vite umane dovrebbe essere affrontata attraverso un appello pubblico agli accademici di Gaza ora all’estero affinché ritornino e riprendano a insegnare e si potrà utilizzare l’insegnamento online quando sarà ripristinata una qualità accettabile dell’accesso a internet. Saranno necessari forti contributi da parte delle università della Cisgiordania per colmare il deficit di personale docente. Si focalizzerà l’attenzione sull’utilizzo del materiale didattico disponibile, rinviando le materie che richiedono laboratori e attrezzature fino a quando questi non saranno disponibili.

Il successo di questo piano dipenderà dal superamento dei vincoli finanziari, della complessa situazione politica e delle sfide in materia di sicurezza. Da ciò deriva l’importanza della cooperazione tra governo, organizzazioni internazionali e società civile. Rispondendo ai bisogni immediati di studenti ed insegnanti e gettando le basi per una ripresa a lungo termine, il piano rappresenterà un passo cruciale verso la ricostruzione di un futuro migliore per Gaza attraverso l’istruzione.

Nonostante l’assalto implacabile, la distruzione sistematica e il deliberato attacco all’istruzione, lo spirito indomabile di Gaza prevale e il suo impegno nei confronti dell’istruzione per costruire l’indipendenza nazionale rimane forte. La fine della guerra, infatti, non è sufficiente per la ripresa e il consolidamento del processo educativo. Ciò che servirà è un piano nazionale palestinese che si concentri sulla promozione dell’individuo e della comunità al servizio del progetto nazionale palestinese di libertà e indipendenza.

Le opinioni espresse in questa pubblicazione appartengono all’autore e non riflettono necessariamente la posizione dell’Arab Center Washington DC, del suo staff o del suo Consiglio di Amministrazione.

https://arabcenterdc.org/resource/israels-war-on-the-education-sector-in-the-gaza-strip/

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

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