Israele bombarda il Libano, uccidendo centinaia di persone. Gli Stati Uniti inviano altre bombe

di Jonah Valdez,

The Intercept, 23 settembre 2024.

Le armi utilizzate nei precedenti attacchi israeliani in Libano, che hanno ucciso numerosi civili, sono risultate di fabbricazione statunitense.

Fumo che esce dal sito di un attacco aereo israeliano a Marjayoun, vicino al confine tra Libano e Israele. 23 settembre 2024. Foto: Rabih Daher/AFP/Getty Images


L’esercito israeliano ha intrapreso una massiccia campagna di bombardamenti in Libano. La scorsa settimana è iniziata con la detonazione a distanza di migliaia di dispositivi elettronici personali. Venerdì 20 settembre, un attacco israeliano ha distrutto un edificio alla periferia di Beirut. Domenica e lunedì, i bombardamenti si sono estesi fino a diventare il più grande attacco al Libano dall’invasione israeliana del 2006. In totale, l’esercito israeliano ha bombardato 1.300 obiettivi, uccidendo almeno 490 persone, tra cui più di 90 bambini e donne. 

Il bilancio delle vittime è già il più alto dalla guerra Israele-Hezbollah del 2006 e certamente il peggiore dal 7 ottobre, quando Israele e Hezbollah, un gruppo sciita libanese sostenuto dall’Iran, hanno iniziato a scambiarsi colpi. Il governo israeliano ha continuato i suoi attacchi nel corso della giornata di lunedì 23, colpendo un sobborgo di Beirut con tre missili, ferendo almeno altre sei persone. Mentre Israele ha detto di aver preso di mira i rifornimenti di armi di Hezbollah, il Ministro della Sanità libanese ha anche detto che gli attacchi hanno colpito ospedali, centri medici e ambulanze.

Con questa nuova campagna di bombardamenti, Israele ha aperto un nuovo fronte oltre alle sue guerre contro Gaza e la Cisgiordania – e i critici della politica statunitense hanno rinnovato gli appelli affinché gli Stati Uniti interrompano i trasferimenti di armi a Israele, mentre il conflitto continua a crescere.

“È più facile smettere di inviare al governo israeliano armi per condurre le sue guerre genocide, che evacuare tutti gli americani in Libano”, ha dichiarato lunedì su X la deputata Rashida Tlaib, (democratica del Michigan), facendo da didascalia a un tweet dell’Ambasciata degli Stati Uniti a Beirut, che invitava i cittadini americani a lasciare il paese. 

Abbas Alawieh, cofondatore del movimento ‘Uncommitted’, che ha spinto il Partito Democratico e la campagna di Kamala Harris a impegnarsi per un embargo sulle armi a Israele, ha riferito lunedì mattina che il villaggio della sua famiglia in Libano è stato colpito da bombe israeliane, uccidendo “una mamma e le sue figlie… nella loro casa”, oltre ad altri civili nel villaggio dei suoi cugini.

“[Presidente Joe Biden], più armi inviate, più civili saranno uccisi”, ha scritto Alawieh.

A maggio, prima dell’invasione israeliana della città di Rafah, nel sud di Gaza, dove migliaia di palestinesi si stavano rifugiando per i combattimenti in atto, l’amministrazione Biden ha interrotto il trasferimento di bombe da 2.000 e 500 libbre a Israele. Tuttavia, a luglio, in seguito alle pressioni delle lobby pro-Israele, gli Stati Uniti hanno ripreso le spedizioni di bombe da 500 libbre. 

Quando a Kamala Harris è stato chiesto, durante un colloquio con l’Associazione Nazionale dei Giornalisti Neri a Filadelfia, di cambiare politica in merito alla guerra di Israele a Gaza (una domanda che ha evitato durante la campagna elettorale), Harris ha detto di sostenere la pausa di Biden sulle bombe da 2.000 libbre.

“Quindi, abbiamo mostrato una certa pressione e l’abbiamo esercitata”, ha detto.

Sebbene la fonte delle bombe e dei missili utilizzati nei recenti bombardamenti in Libano non sia ancora stata stabilita, Stephen Semler, cofondatore del Security Policy Reform Institute, che segue i trasferimenti di armi militari degli Stati Uniti a Israele, ritiene probabile che negli attacchi siano state coinvolte munizioni di fabbricazione americana. 

“Man mano che vengono recuperate altre prove legali in Libano, non dovremmo sorprenderci di vedere le impronte digitali statunitensi ovunque”, ha detto Semler a The Intercept. “Considerando la dipendenza di Israele dalle munizioni statunitensi, l’onere della prova è di fatto invertito: sarebbe quasi più scioccante vedere un’arma non fornita dagli Stati Uniti utilizzata nel Libano meridionale”.

Semler ha compilato un elenco di casi in cui sono state utilizzate munizioni statunitensi in possibili violazioni del diritto umanitario all’inizio di quest’anno, tra cui un attacco a marzo in cui Israele ha bombardato il villaggio di Hebbarieh, nel sud del Libano, colpendo un edificio residenziale che ospitava il Corpo di Emergenza e Soccorso dell’Associazione Libanese di Soccorso. L’attacco israeliano ha ucciso i volontari dell’emergenza e soccorso. Mentre la bomba da 500 libbre utilizzata nell’attacco era stata fabbricata in Israele, il suo kit di guida [Joint Direct Attack Munition] – un pezzo di tecnologia che guida le bombe verso i loro obiettivi – era di fabbricazione americana, secondo il lavoro di Semler e la ricerca condotta da Human Rights Watch.

Il 16 ottobre dello scorso anno, le Forze di Difesa Israeliane hanno sparato proiettili di artiglieria da 155 mm riempiti di fosforo bianco contro Dhayra, un altro villaggio del Libano meridionale. L’attacco ha ucciso nove civili e ha danneggiato proprietà private. I numeri di serie dei proiettili di artiglieria mostravano che erano stati fabbricati negli Stati Uniti, secondo Amnesty International e il Washington Post.

L’esercito israeliano ha affermato che i suoi recenti attacchi, che hanno avuto luogo per lo più nel sud del Libano, hanno lo scopo di rendere sicura l’area di confine, in modo che le decine di migliaia di israeliani sfollati che sono fuggiti dal nord di Israele nell’ultimo anno possano tornare alle loro case in sicurezza. Israele ha anche accusato Hezbollah di usare “scudi umani”, sostenendo che ha immagazzinato munizioni all’interno di case civili, un pretesto comune per giustificare i dannosi attacchi a case e ospedali a Gaza.

All’inizio degli attacchi, il Ministro israeliano per gli Affari della Diaspora, Amichai Chikli, ha rilasciato una dichiarazione in cui chiede all’IDF di invadere e conquistare in modo permanente parti del Libano meridionale, da cui Hezbollah può lanciare missili verso Israele.

“Il Libano, anche se ha una bandiera e anche se ha istituzioni politiche, non soddisfa la definizione di stato”, ha scritto Chikli in una serie di post su X, accusando il Libano di aver permesso a Hezbollah di controllare la sua regione meridionale. Oltre alla sua ala armata, Hezbollah opera anche come partito politico ufficiale in Libano e fa parte del governo nazionale da oltre tre decenni. I tweet di Chikli includevano la mappa di una proposta “zona cuscinetto”, che avrebbe spostato il confine tra Israele e Libano oltre la “Linea Blu” – tracciata in un accordo dopo la guerra del 2006 – per chilometri all’interno dell’attuale territorio libanese. 

I commenti di Chikli hanno ravvivato le preoccupazioni sulla possibilità che Israele occupi e annetta una parte del Libano meridionale. Nei mesi scorsi, un’organizzazione di coloni israeliani, Uri Tzafon – il nome evoca un versetto biblico e si traduce in “Risvegliati, o Nord” – ha affermato che un riassestamento del Libano è necessario per “garantire una sicurezza vera e stabile al nord di Israele” ed portare Israele più vicino ai suoi confini biblici, secondo Jewish Currents

La missione di peacekeeping delle Nazioni Unite in Libano, che ha aiutato a mantenere la Linea Blu, ha dichiarato lunedì, in mezzo ai nuovi attacchi israeliani, di essere “gravemente preoccupata per la sicurezza dei civili”.

“È essenziale riprendere pienamente l’attuazione della Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che è ora più che mai critica per affrontare le cause di fondo del conflitto e garantire una stabilità duratura”, ha affermato la missione delle Nazioni Unite. 

Hezbollah è stato fondato negli anni ’80, in gran parte in risposta all’invasione del Libano da parte di Israele nel 1982, con l’esplicito sostegno della Repubblica Islamica dell’Iran, che era stata recentemente istituita. Durante quel conflitto, furono uccise più di 17.000 persone, tra cui più di 1.000 civili – per lo più palestinesi e libanesi – che furono massacrati da un gruppo di miliziani cristiani libanesi sostenuti da Israele nel quartiere Sabra di Beirut e nel campo profughi di Shatila.

Semler ha detto che la crisi attuale deriva dalla guerra in corso a Gaza da parte di Israele, che si sta avvicinando al traguardo di un anno e ha ucciso più di 41.000 persone, tra cui più di 16.500 bambini. Hezbollah, insieme a una serie di gruppi alleati, tra cui gli Houthi dello Yemen, hanno giurato che attaccheranno Israele finché continuerà la sua guerra a Gaza. 

I colloqui per il cessate il fuoco per porre fine alla guerra si sono trascinati per mesi, spingendo i critici, tra cui Semler, ad accusare gli Stati Uniti e Israele di mettere in scena un “teatrino politico”, mentre il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu consolida la sua presa sul potere nel paese. Un numero crescente di leader democratici e di americani ha chiesto all’amministrazione Biden di utilizzare gli aiuti militari come leva per forzare un accordo di cessate il fuoco. 

“In generale, nulla di ciò che Israele sta facendo ora sarebbe possibile senza gli Stati Uniti”, ha detto Semler. Il Congresso ha approvato 18 miliardi di dollari in aiuti militari a Israele solo quest’anno.

Il portavoce dell’IDF, il Contrammiraglio Daniel Hagari, ha dichiarato ai giornalisti lunedì 23 che “Israele non cerca guerre”, ma “cerca di abbattere le minacce” e “farà tutto ciò che è necessario per portare a termine questa missione”. 

Hagari ha anche affermato che Hezbollah ha lanciato più di 9.000 razzi e droni contro Israele dal 7 ottobre, di cui 700 nell’ultima settimana. Semler ha detto che secondo la sua analisi Israele ne ha lanciato una quantità ancora maggiore sul Libano – 11.000 munizioni, senza contare le bombe sganciate negli attacchi aerei – dal 7 ottobre a giugno. Gli attacchi di questo fine settimana hanno spinto altre migliaia di persone del sud del Libano a fuggire verso nord. 

Nel frattempo, durante l’incontro nello Studio Ovale di lunedì tra Biden e il Presidente degli Emirati Arabi Uniti, lo Sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, volto a rafforzare la partnership economica degli Stati Uniti con il paese ricco di petrolio, il Presidente ha affermato che il suo Gabinetto sta “lavorando per attenuare” il conflitto in Libano.

“L’amministrazione Biden ci dice che sta lavorando per un cessate il fuoco a Gaza, ma continua a inviare armi”, ha detto Semler. “Ed è la stessa cosa per il Medio Oriente in generale. Ci dicono: ‘Oh, non vogliamo che la guerra si estenda in un conflitto più ampio’, ma allo stesso tempo continuano a inviare armi agli israeliani, il che permette loro di espandere il conflitto”.

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Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

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