L’ondata di violenza dei coloni in Cisgiordania attira le ire degli alleati di Israele

Lug 17, 2024 | Notizie

di Ephrat Livni,

The New York Times, 16 luglio 2024. 

L’Unione Europea ha sanzionato gli estremisti dei coloni per le “sistematiche violazioni dei diritti umani contro i palestinesi” e i gruppi per i diritti dicono che l’esercito israeliano è complice.

Ispezione dei danni in un deposito di materiale edile dopo un attacco notturno da parte di coloni israeliani, vicino al villaggio di Bazariya, in Cisgiordania, venerdì 12 luglio. Jaafar Ashtiyeh/Agence France-Presse – Getty Images

Un’ondata di violenza dei coloni ebrei contro i palestinesi in Cisgiordania sta sollevando l’ira di alcuni membri della comunità internazionale, mentre il governo di estrema destra del Primo Ministro Benjamin Netanyahu espande ufficialmente la sua presa sul territorio occupato, rivendicando più terra e aiutando silenziosamente gli estremisti con un tacito sostegno militare, secondo gli attivisti per i diritti.

Lunedì 15, l’Unione Europea ha sanzionato cinque coloni israeliani, due avamposti e un gruppo estremista “responsabili di gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani contro i palestinesi in Cisgiordania”, ha dichiarato in un comunicato il Consiglio Europeo, l’organo dell’UE che rappresenta i capi dei governi membri. La scorsa settimana gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni anche a israeliani ed entità in Cisgiordania che, secondo il Dipartimento di Stato, avrebbero incitato alla violenza contro i palestinesi o invaso la terra palestinese.

Peace Now, un’organizzazione israeliana che monitora gli insediamenti ebraici, ha commentato le sanzioni europee accusando il governo israeliano di non far rispettare le proprie leggi e di essere complice della violenza dei coloni.

In Cisgiordania vivono circa 2,7 milioni di palestinesi e più di 500.000 coloni. Israele ha sottratto il controllo del territorio alla Giordania nel 1967, durante una guerra contro tre stati arabi, e da allora gli israeliani vi si sono insediati con l’approvazione tacita ed esplicita del governo, sebbene la comunità internazionale consideri gli insediamenti in gran parte illegali e molti avamposti violino la stessa legge israeliana. I coloni sono regolati dalla legge civile israeliana, mentre i loro vicini palestinesi sono soggetti alla legge militare israeliana.

I palestinesi sostengono da tempo che gli insediamenti rappresentano un’annessione strisciante che trasforma la terra necessaria per un futuro stato palestinese indipendente in un mosaico ingestibile. Ma la guerra con Hamas a Gaza ha dato al governo di destra israeliano, intenzionato a espandersi in Cisgiordania, un modo per sostenere i coloni che si oppongono alla creazione di uno stato palestinese, con il pretesto di fornire maggiore sicurezza in un contesto di tensioni crescenti, secondo alcuni gruppi per i diritti.

L’esercito ha chiuso “così tante strade” in Cisgiordania che migliaia di ettari di terra sono diventati off limits per i palestinesi, ha dichiarato in un’intervista telefonica Hagit Ofran, condirettrice del progetto “Settlement Watch” di Peace Now. I militari alzano cancelli in nome della sicurezza, ma il risultato è che chiudono ai palestinesi l’accesso a vaste aree su cui facevano affidamento, ha aggiunto l’esperta, e questo finisce per favorire gli obiettivi dei coloni.

In particolare, ci sono anche più truppe israeliane di stanza nell’area rispetto a prima della guerra. “In ogni insediamento, ora ci sono soldati di riserva che sono coloni e che prendono misure estremiste contro i palestinesi”, ha detto Hagit Ofran. “I soldati dei coloni sono in realtà una milizia armata”.

Riservisti dell’esercito israeliano nei pressi dell’insediamento di Tekoa, in Cisgiordania, a ottobre. Tamir Kalifa per il New York Times

Il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich, è egli stesso un colono ed è responsabile di politiche estremiste volte a espandere il controllo di Israele sulla Cisgiordania. Smotrich sta togliendo gran parte dell’autorità ai militari e mettendo i coloni a capo dell’amministrazione civile, assumendone di fatto il controllo, ha osservato Hagit Ofran. In un discorso registrato segretamente il 9 giugno, Smotrich ha delineato questo programma accuratamente orchestrato per togliere l’autorità sulla Cisgiordania dalle mani dell’esercito israeliano e affidarla a civili che lavorano per lui, evitando il controllo internazionale.

Dal punto di vista di alcuni militari israeliani, la violenza dei coloni è una minaccia per la sicurezza di Israele. Il Maggiore Generale in pensione Yehuda Fox, ex capo del Comando Centrale israeliano, che supervisiona la Cisgiordania, ha rimproverato le politiche del governo israeliano nell’area e ha condannato la crescente ondata di “crimini nazionalisti” nel suo discorso di congedo della scorsa settimana.

Ma dal 7 ottobre la presenza dell’esercito in Cisgiordania è aumentata, così come sono aumentati gli scontri violenti tra palestinesi e truppe israeliane destinate a mantenere l’ordine, con un’ulteriore escalation di tensioni nella regione, già di per sé molto tesa.

Martedì le forze israeliane hanno ucciso un uomo in Cisgiordania durante scontri ad Al Bireh, secondo quanto riportato da Wafa, l’agenzia di stampa ufficiale dell’Autorità Palestinese. L’esercito israeliano non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento.

L’esercito israeliano ha dichiarato martedì sui social media che stava inseguendo le persone che hanno sparato contro un’auto con civili israeliani all’interno a Ramin, un villaggio nel nord-est della Cisgiordania, aggiungendo che i civili erano stati leggermente feriti nell’attacco ed erano stati evacuati per essere curati. Non ha fornito ulteriori dettagli.

Le forze israeliane hanno ucciso più di 530 palestinesi della Cisgiordania dall’inizio della guerra a Gaza, secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari, che segue settimanalmente le violenze in Cisgiordania. Nel suo ultimo aggiornamento, l’agenzia ha dichiarato che il 9 luglio l’esercito israeliano ha ucciso un ragazzo palestinese di 13 anni nel villaggio di Deir Abu Mash’al, vicino a Ramallah, e ha ferito altri tre ragazzi.

L’esercito israeliano, in risposta a una domanda sull’incidente, ha affermato in un comunicato che dal 7 ottobre c’è stato “un aumento significativo” di tentativi di attacchi terroristici in Cisgiordania e nelle zone limitrofe – più di 2.000 in totale – e che sta “conducendo attivamente operazioni” per prevenire il terrorismo. L’esercito ha confermato il rapporto delle Nazioni Unite sulla violenza del 9 luglio, ma non un morto o il coinvolgimento di bambini nello scontro, affermando che “terroristi mascherati hanno lanciato pietre” contro veicoli militari israeliani e un “soldato nell’area ha risposto con fuoco vivo, colpendo uno dei terroristi”.

Matthew Mpoke Bigg e Rawan Sheikh Ahmad hanno contribuito alla stesura dei rapporti.

Ephrat Livni è una giornalista della newsletter DealBook del Times, con sede a Washington.

https://www.nytimes.com/2024/07/16/world/middleeast/settler-violence-west-bank.html?campaign_id=2&emc=edit_th_20240717&instance_id=128969&nl=today%27s-headlines&regi_id=70178108&segment_id=172362&te=1&user_id=189440506a0574962c5baaf044befaca

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

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