La sospetta conta dei morti

Giu 27, 2024 | Notizie

diSeymour Hersh,

Seymour Hersh Substack, 26 giugno 2024.

Il bilancio delle vittime a Gaza è molto più alto di quanto ci viene detto

Fumo dal sobborgo orientale di Shejaiya, a Gaza City, dopo un bombardamento israeliano del 22 giugno 2024. Omar Al-Qattaa/AFP via Getty Images.

Il numero di palestinesi uccisi a Gaza, compresi quelli ritenuti quadri di Hamas, ha subito una serie di ricalibrazioni pubbliche nelle ultime settimane, mentre il rimpastato gabinetto di guerra di Israele cercava di minimizzare la rabbia internazionale per il massacro. La riduzione del numero di morti è stata solo uno spettacolo secondario, perché l’offensiva israeliana sta continuando a Gaza senza alcun segno del cessate il fuoco che l’amministrazione Biden ha cercato disperatamente.

Hamas ha scatenato la guerra il 7 ottobre scorso con un attacco a sorpresa – finora non c’è una spiegazione ufficiale per il fallimento della sicurezza di Israele quel giorno – che ha ucciso 1.139 israeliani e ne ha feriti altri 3.400. Circa 250 soldati e civili sono stati presi in ostaggio.

L’attesa risposta israeliana è iniziata nel giro di pochi giorni, con il bombardamento della Striscia di Gaza. Alcune operazioni di terra israeliane all’interno di Gaza sono iniziate il 13 ottobre e due settimane dopo è iniziata l’attesa offensiva su larga scala. La guerra è ancora in corso: secondo una stima, all’inizio di aprile erano state sganciate 70.000 tonnellate di esplosivo su obiettivi situati in tutta la Striscia di Gaza, lunga 25 miglia, un quantitativo superiore a quello sganciato dalla Germania su Londra e dall’America e dal Regno Unito su Dresda e Amburgo messi insieme, nella Seconda Guerra Mondiale.

Il Ministero della Sanità di Gaza, che è sotto il controllo di Hamas, ha stimato che, fino a martedì 25, il bilancio delle vittime degli attacchi israeliani era di 37.718, con più di 86.000 feriti gazawi. Il mese scorso il governo israeliano ha pubblicato una stima molto più bassa delle vittime, affermando che i suoi aerei e le sue truppe avevano ucciso 14.000 “terroristi” – combattenti di Hamas – e non più di 16.000 civili.

L’amministrazione Biden, alla vigilia del primo dibattito presidenziale, non ha detto nulla sui nuovi numeri, ma sono molti gli analisti di alto livello nella comunità internazionale dei diritti umani e delle scienze sociali che considerano questi numeri un’assurdità: un’enorme sottostima dei danni subiti da una popolazione civile terrorizzata che vive in tende e rifugi di fortuna tra malattie e malnutrizione, con la mancanza di servizi igienici, di cure mediche e di medicinali, oltre a una crescente disperazione e stanchezza.

In giorni di scambi telefonici e di e-mail con esperti di salute pubblica e di statistica in America, ho riscontrato la convinzione generale che il bilancio delle vittime civili a Gaza, sia per i bombardamenti che per le loro conseguenze, dovesse essere significativamente più alto di quanto riportato, ma nessuno degli scienziati e degli statistici – comprensibilmente – era disposto a dirlo sulla stampa a causa della mancanza di dati accurati. Ho anche chiesto a un funzionario americano ben informato quale fosse, secondo lui, il reale numero di morti tra i civili a Gaza e mi ha risposto, senza esitazione: “Non lo sappiamo”.

Un esperto di salute pubblica ha riconosciuto che: “Non è possibile fare un conteggio chiaro e definitivo dei corpi, visti i continui bombardamenti israeliani”. E ha aggiunto, causticamente: “Quante bombe ci vogliono per uccidere un essere umano?”.

Gaza era un obiettivo ideale per un attacco aereo, ha detto. “Non ci sono vigili del fuoco funzionanti. Nessun camion dei pompieri. Niente acqua. Nessun posto dove fuggire. Nessun ospedale. Niente elettricità. Persone che vivono in tende e corpi accatastati ovunque… divorati dai cani randagi.

“Che cavolo di problema ha la comunità medica internazionale?”, ha chiesto. “Chi stiamo prendendo in giro? Senza un cessate il fuoco, un milione di persone moriranno di fame. Questo non è un punto di discussione. Come si può contare qualcosa quando il sistema si morde la coda?”. Si riferiva al fatto che il sistema sanitario di Gaza – i suoi ospedali e le sue agenzie di servizi – “viene preso di mira e distrutto” dagli aerei israeliani e che i responsabili del conteggio dei morti e dei feriti “sono morti anche loro”.

L’esperto ha aggiunto che la mancanza di statistiche migliori sulle vittime non è solo colpa di Israele. “Hamas ha un suo interesse a minimizzare costantemente il numero di civili uccisi a causa della mancata pianificazione negli anni in cui era al comando di Gaza”. Si riferiva alla mancanza di accesso dei comuni cittadini gazawi al vasto complesso di tunnel sotterranei di Hamas, che avrebbe potuto servire come rifugio antiatomico per tutti. A Gaza, durante i bombardamenti israeliani, “Hamas dirà mai che Israele” ha potuto ucciderne così tanti a Gaza “perché abbiamo iniziato una guerra senza essere in grado di proteggere pienamente la nostra gente?”. Il punto è che Hamas ha tutto l’interesse, così come Israele, a minimizzare l’entità dei civili innocenti che sono diventati danni collaterali nella guerra in corso.

Un importante funzionario americano della sanità pubblica con cui ho parlato ha ammesso di essere preoccupato anche per il numero di morti non dichiarati a Gaza. In una crisi, ha detto, “possiamo iniziare con un conteggio nome per nome, ma ben presto il numero di morti e dispersi supera la capacità di qualsiasi approccio di questo tipo, soprattutto quando i quelli che fanno il conteggio vengono uccisi e i registri [sono] a rischio”. Ha detto che diversi studi accademici postbellici sulla mortalità durante l’assedio di Mosul – quando una coalizione guidata dagli Stati Uniti ha combattuto una lotta porta a porta nel 2017 contro lo Stato Islamico in Iraq, uccidendo ben 11.000 civili – “hanno mostrato la grande perdita di vite umane dovuta all’uso di armi ad alta velocità nelle aree urbane. Dovremmo quindi aspettarci qualcosa di simile a Gaza”.

Altri dati suggeriscono che le cifre pubblicate sui decessi sono seriamente fuorvianti. Save the Children, un’agenzia internazionale per la protezione dell’infanzia, ha pubblicato questo mese un rapporto in cui stima che ben 21.000 bambini a Gaza siano “rimasti intrappolati sotto le macerie, detenuti, sepolti in tombe senza nome o comunque scomparsi dalle loro famiglie”. Altri minori, secondo l’agenzia, “sono stati fatti sparire con la forza, tra cui un numero imprecisato di detenuti, e trasferiti con la forza fuori da Gaza” e le loro famiglie non sanno dove si trovino “tra segnalazioni di maltrattamenti e torture”.

Jeremy Stoner, direttore regionale di Save the Children per il Medio Oriente, ha dichiarato: “Gaza è diventata un cimitero di bambini, oltre a migliaia di altri dispersi il cui destino è sconosciuto… Abbiamo un disperato bisogno di un cessate il fuoco per trovare e sostenere i bambini dispersi che sono sopravvissuti e per evitare che altre famiglie vengano distrutte”.

Gli avvertimenti sull’inevitabilità di un numero molto maggiore di morti tra i cittadini comuni di Gaza sono stati lanciati fin dallo scorso inverno. A dicembre, Devi Sridhar, titolare della cattedra di Salute Pubblica Globale all’Università di Edimburgo, ha scritto sul Guardian che la guerra di Gaza è stata “il conflitto più letale per i bambini negli ultimi anni”, con ben 160 minori uccisi al giorno. I sopravvissuti non dispongono dei “supporti fondamentali di cui ogni essere umano, specialmente i neonati e i bambini, ha bisogno per rimanere in salute e in vita…  Se non cambia qualcosa, il mondo si trova di fronte alla prospettiva che quasi un quarto dei 2 milioni di abitanti di Gaza – quasi mezzo milione di esseri umani – muoia entro un anno.”

“È una stima grossolana”, ha scritto Sridhar, “ma è basata sui dati, utilizzando i terrificanti numeri reali di morti in conflitti precedenti e comparabili”.

Il New York Times e il Washington Post hanno riportato mercoledì che un nuovo studio approvato dalle Nazioni Unite ha rilevato che ben mezzo milione di abitanti di Gaza rischia di morire di fame a causa della “mancanza di cibo”. Lo studio afferma inoltre che più della metà dei residenti di Gaza sopravvissuti “ha dovuto scambiare i propri vestiti per denaro e un terzo ha fatto ricorso alla raccolta di rifiuti per poi venderli”.

Uno dei primi critici severi delle statistiche ufficiali pubblicate dal Ministero della Sanità di Gaza e accettate dalla maggior parte dei media americani, è stato Ralph Nader. Il 5 marzo ha scritto una rubrica su Capitol Hill Citizen, un giornale mensile da lui fondato, su quella che ha definito “la sottostima” delle vittime palestinesi a Gaza. Ha citato Martin Griffiths, sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari umanitari: “La vita sta defluendo da Gaza a una velocità terrificante”.

Nei miei anni di lavoro come giornalista, mi è capitato spesso di trovare una storia bizzarra che dice qualcosa di più ogni volta che si racconta. Qualcosa del genere è accaduto a febbraio, quando Al Jazeera ha pubblicato un’intervista a un impresario funebre gazawi di 64 anni, Saadi Hassan Sulieman Baraka, il cui soprannome è Abu Jawad. Si è lamentato di lavorare quasi costantemente da quando è iniziata l’invasione israeliana di Gaza.

“Ho seppellito circa dieci volte più persone durante questa guerra che in tutti i miei 27 anni di attività come impresario di pompe funebri”, ha detto. “Il minimo è stato 30 persone in un giorno e il massimo 800. Dal 7 ottobre, ho seppellito più di 17.000 persone”. Ricorda in particolare il giorno in cui ha seppellito gli 800 morti. Li abbiamo raccolti a pezzi; i loro corpi erano così pieni di buchi che sembrava che i cecchini israeliani li avessero usati per il tiro al bersaglio; altri erano schiacciati come… come una patata lessa, e molti avevano enormi ustioni al viso”.

“Non riuscivamo a distinguere il corpo di una persona dall’altra, ma abbiamo fatto del nostro meglio. Abbiamo fatto una grande fossa, profonda più o meno 10 metri, e li abbiamo seppelliti tutti insieme”.

Potrebbe essere propaganda – certo, potrebbe. Ma Abu Jawad non ricordava che qualcuno del Ministero della Sanità di Gaza fosse venuto a raccogliere i nomi dei morti. Non ha menzionato alcun funzionario governativo coinvolto in tale processo.

https://seymourhersh.substack.com/p/the-suspect-body-count?utm_campaign=email-post&r=2xiwfl&utm_source=substack&utm_medium=email

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

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