Gaza sta cambiando tutti noi

Giu 25, 2024 | Notizie

di Susan Abulhawa,  

The Electronic Intifada, 25 giugno 2024. 

Le immagini che vengono da Gaza sono dolorose oltre ogni misura. Hadi Daoud / APA images


Ogni giorno scorro notizie, foto e video.

Di prima mattina controllo su Whatsapp se ci sono messaggi di amici a Gaza e mando a loro qualche messaggio per chiedere come stanno.

Loro tollerano la mia stupida domanda. Che non è nemmeno una vera domanda, perché so che non stanno bene.

Voglio solo assicurarmi che siano vivi. Mandare loro amore. Dire loro che li sto pensando.

Mi chiedo se lo faccio per loro o per me. Li amo e mi mancano e vorrei non aver mai lasciato Gaza perché ora non posso tornare indietro, dato che Israele controlla il confine con l’Egitto.

Ogni giorno scorro anche i canali Telegram della resistenza per vedere se hanno pubblicato nuovi video. Il loro epico coraggio rinnova il mio ottimismo e il mio senso di determinazione rivoluzionaria.

La maggior parte delle scene che appaiono sul mio schermo sono dolorose oltre ogni misura. Le atrocità in diretta che vedo di giorno vengono elaborate nei miei sogni di notte. Gaza non mi abbandona.

Non sono la sola. Quasi tutti i miei amici dicono la stessa cosa e vedo persone sui social media che perdono la testa per quello a cui stanno assistendo. La maggior parte di loro sono cittadini comuni che non hanno mai fatto politica. La loro iniziazione all’ordine geopolitico è il genocidio: bambini e neonati palestinesi senza testa, senza arti, senza volto, con soldati e civili israeliani che fanno il tifo per loro.

Giorno dopo giorno.

Oggi ho visto un soldato britannico urlare al mondo sui social media, incapace di contenere il dolore e l’incredulità per l’inimmaginabile atrocità.

Il filmato è andato avanti per diversi minuti. Il volto del soldato è diventato rosso, le sue vene si sono gonfiate e gli occhi si sono appannati.

Per quanto tempo?

Gaza sta cambiando tutti noi.

Per quanto tempo andrà avanti questa situazione? Nessuna protesta, nessuna dimissione, nessun reclamo alla Corte Internazionale di Giustizia, nessuna pressione sembra limitare l’insaziabile sete di sangue e la criminale macchina da guerra di Israele.

Ora gli israeliani vogliono bombardare il Libano, minacciando di trasformare Beirut in un’altra Gaza.

Se Israele fosse una persona, sarebbe rinchiusa in un carcere di massima sicurezza per i peggiori criminali del mondo.

La creazione di questa colonia d’insediamento è stato il più grande errore geopolitico della storia moderna, che minaccia di trascinare il mondo intero in un inferno. I palestinesi sono già lì, nelle fosse della depravazione israeliana, bruciano e muoiono e gridano aiuto.

Durante il mio ultimo viaggio a Gaza, ho portato più di 60 chili di cibo per una sola famiglia.
La madre di un amico conosceva una donna che conosceva un’altra donna che aveva tre figli affetti da fenilchetonuria (PKU), una condizione ereditaria che rende i bambini incapaci di metabolizzare la fenilalanina, un aminoacido presente nella maggior parte degli alimenti. Senza una dieta speciale a basso contenuto di fenilalanina, la PKU può portare a disabilità mentali, disturbi convulsivi e altri problemi neurologici.

Il blocco alimentare imposto da Israele alla Striscia ha reso impossibile per la madre trovare il cibo necessario, e dare ai suoi figli con PKU del pane normale sarebbe stato come avvelenarli lentamente. I miei amici in Egitto non erano in grado di reperire la pasta e la farina speciali, così l’ho ordinata a un’azienda statunitense e l’ho trasportata in una valigia sovrappeso attraverso il mondo e poi oltre il confine fino a Gaza.

Lì ho consegnato la merce tramite un amico che andava verso Nuseirat, l’area del centro di Gaza dove si trovava la famiglia in quel momento. Più tardi, quel giorno, la madre ha inviato foto e video dei suoi figli che mangiavano la pasta, sorridenti, grati e felici. Aveva anche preparato dei biscotti con la pasta speciale.

Penso spesso a loro, perché la scorta che ho portato è sicuramente esaurita. Mi chiedo anche se siano sopravvissuti al massacro di Nuseirat dell’8 giugno. O forse erano tra le 270 vite sacrificate per tirar fuori quattro prigionieri israeliani?

Mi chiedo quante altre persone affette da PKU siano state costrette ogni giorno a scegliere tra la fame e l’avvelenamento neurologico.

Penso alla piccola Zeina, una giovanissima amica che ho conosciuto. Mi sono innamorata di lei e della sua famiglia: un fratello e dei genitori amorevoli. Tutti gentili, intelligenti e affiatati.

Ma quando è stato il momento di andarmene, Zeina mi ha preso garbatamente da parte, così che nessuno se ne accorse. Tremava leggermente.

“Posso venire con te quando te ne vai?”, mi ha supplicato.

Cerco sempre di non mentire ai bambini, anche se in quel caso la verità era difficile da dire. Il meglio che potessi fare era promettere di tornare e assicurarle che questo orrore sarebbe finito. Perché un giorno dovrà pur finire.

Non so da quanto tempo aspettasse l’occasione giusta per prendermi da parte, o se si fosse esercitata su come farmi quella richiesta. Penso che credesse che c’era una possibilità di partire e so che sentiva di tradire la sua famiglia, perché in seguito mi ha pregato di non dirlo a sua madre.

Ci sono centinaia di migliaia di bambini come Zeina, traumatizzati in modi che nessuno di noi può realmente comprendere. I loro cervelli si stanno ristrutturando in modi nuovi e la loro infanzia non assomiglia più a un’infanzia.

Solo chi è volontariamente ignorante e vacuo moralmente -condizioni che potrebbero essere la stessa cosa- non è toccato da questo olocausto in tempo reale.

Il resto di noi è sveglio, infuriato e si sta mobilitando.

Gaza ha modificato il nostro DNA collettivo. Siamo uniti nel nostro amore, nel nostro dolore e nella nostra determinazione a resistere e a intensificare i nostri sforzi fino a quando la Palestina non sarà liberata e questi sionisti genocidi non saranno chiamati a risponderne come i nazisti.

Susan Abulhawa è una scrittrice e attivista. Il suo romanzo più recente è Contro il mondo senza amore.

https://electronicintifada.net/content/gaza-changing-all-us/47316

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

.

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Archivi

Fai una donazione

Fai una donazione tramite Paypal alla nostra associazione:

Fai una donazione ad Asso Pace Palestina

Oppure versate il vostro contributo ad
AssoPace Palestina
Banca BPER Banca S.p.A
IBAN: IT 93M0538774610000035162686

il 5X1000 ad Assopace Palestina

Il prossimo viaggio