Quello che avrei detto alla Knesset sulla violenza dei coloni, se me lo avessero permesso

di Ali Awad,  

+972 Magazine, 15 ottobre 2021.    

Sono stato l’unico palestinese invitato a parlare della violenza dei coloni israeliani in una commissione della Knesset. Ma i membri di destra del parlamento hanno sabotato la conversazione.

Un colono di fronte all’insediamento di Ma’on parla con i soldati israeliani, South Hebron Hills, 22 settembre 2012. (Yotam Ronen/Activestills)

Martedì avrei dovuto parlare con i membri della Knesset del diffuso fenomeno della violenza dei coloni. Un gruppo di organizzazioni israeliane contro l’occupazione – i nostri partner nella lotta per ottenere i nostri diritti e difendere la nostra dignità sulla nostra stessa terra – mi ha invitato a parlare alla Commissione per gli Affari Esteri e la Difesa.

Ma non l’ho potuto fare. I politici israeliani hanno intenzionalmente mandato all’aria la sessione da un momento all’altro, perché possono farlo. Queste forze di destra vogliono nascondere e distorcere una verità che è stata da tempo chiarita: la violenza dei coloni è violenza di stato.

Il parlamentare di estrema destra Itamar Ben Gvir ha definito terrorista il parlamentare palestinese Osama Saadi (Joint List) che fa parte della Commissione; non ha subito conseguenze per i suoi commenti. Poco dopo invece, il parlamentare Ofer Cassif (di Hadash) è stato espulso per aver chiamato gli autori di un pogrom avvenuto alla fine di settembre “coloni-terroristi”.  

Quando il trambusto si è placato, non c’era più tempo per me –l’unico palestinese invitato a fare osservazioni sulla realtà vissuta nei territori occupati– per parlare.

Se i politici avessero deciso di ascoltare, invece di fare interruzioni in malafede da entrambe le parti, ecco cosa avevo programmato di dire:

Cari membri della Knesset,

Mi chiamo Ali Awad. Sono nato e cresciuto nel villaggio di Tuba nelle colline a sud di Hebron, situato in quella che il vostro governo ha dichiarato Zona di tiro 918. Ho vissuto sotto la minaccia della violenza dei coloni da quando sono nato nel 1998. Da bambino, questa minaccia è sempre esistita nella mia mente insieme a quella dell’aggressione dei soldati – e nei due decenni della mia vita sotto occupazione ho visto che in realtà le due cose si sovrappongono completamente. 

L’esercito e i coloni lavorano in tandem per rubare le nostre risorse e sopprimere la nostra libertà. I soldati prendono la nostra terra con il pretesto della sicurezza, solo per poi darla ai coloni per stabilire avamposti agricoli. Questo non avviene a caso. L’espansione e la violenza dei coloni avvengono sotto la protezione dell’esercito e con il supporto delle leggi. Sia dichiarando una zona di fuoco, sia attraverso l’uso di leggi ottomane obsolete, il governo agisce per prendere il controllo di enormi porzioni di territorio che vengono poi dichiarate terra di stato e rese più disponibili all’acquisizione da parte dei coloni. In ogni fase di questo processo c’è piena cooperazione tra i coloni e l’esercito.  

Il mio villaggio si trova nell’Area C della Cisgiordania (sotto il pieno controllo militare israeliano), dove molte famiglie sono private della possibilità di sviluppare qualsiasi tipo di infrastruttura economica. La nostra unica opzione per la sussistenza è quindi la pastorizia e la coltivazione della terra. Ma da quando i coloni hanno stabilito l’insediamento di Havat Ma’on a poche centinaia di metri da casa mia – illegalmente, secondo la legge israeliana – la terra tra il nostro villaggio e l’avamposto è stata un luogo di ripetute vessazioni da parte dei coloni e dei militari.  

Le nostre famiglie continuano a pascolare nella zona, nonostante il rischio di subire lesioni da parte dei coloni e arresti da parte dei soldati. La scorsa primavera, però, l’insediamento si è ampliato ancora una volta, il che ci ha impedito di accedere ai restanti campi dei dintorni dove pascolavamo regolarmente. 

Un palestinese arrestato e ammanettato accanto a soldati israeliani durante una manifestazione vicino ad a-Tuwani nelle colline a sud di Hebron, contro le nuove strutture costruite nel vicino insediamento israeliano di Avigail, 20 agosto 2021. (Oren Ziv/Activestills)

Negli ultimi 10 anni, a causa della perdita di terreno e quindi dei minori raccolti, abbiamo dovuto acquistare fieno per integrare il nostro pascolo. La crescente espansione di Havat Ma’on quest’anno ha comportato l’acquisto del fieno molto prima del solito. E poi, al calare della notte del 1 giugno, i coloni israeliani hanno attaccato il nostro villaggio e bruciato tutto il fieno che la mia famiglia aveva comprato per nutrire le nostre pecore. Il cibo che doveva durare un anno intero è stato distrutto in sole due ore.  

Questa catena di insediamenti, imposta dai vostri piani, ha separato il nostro villaggio dalla più vicina città palestinese di Yatta, che in molti casi è il nostro unico riferimento per assistenza sanitaria, acqua e cibo. La strada di due miglia che un tempo conduceva alla città passa ora attraverso Havat Ma’on. I coloni sono riusciti a tagliare il nostro accesso a Yatta con la loro violenza. L’ultima volta che uno di noi ha provato ad usare quella strada è stato nel 2002: i coloni hanno picchiato mio zio e gli hanno rotto il trattore.

La strada che attraversa Havat Ma’on simboleggia le perdite inflitte dai coloni e consentite dal governo. Quella strada sarebbe stata la mia strada per andare a scuola, invece è stato il punto in cui la mia infanzia è stata interrotta dalla violenza dei coloni. La scuola più vicina è ad at-Tuwani, che è dall’altra parte dell’avamposto; nel nostro villaggio, Israele ci proibisce di costruire qualsiasi struttura, siano esse asili per l’infanzia o cliniche.

Ma i ragazzi di Tuba sono decisi a difendere il loro diritto all’istruzione, nonostante i pericoli. All’inizio, ciò significava fare il giro più lungo intorno all’avamposto per raggiungere la scuola. Dal 2002 al 2004, il percorso verso la scuola per bambini di sei anni è stato di sei miglia a piedi; nel 2004, dei volontari americani hanno iniziato a scortare gli studenti, ma i coloni hanno attaccato il gruppo già nella prima settimana di scuola. A seguito di una sessione del Comitato speciale della Knesset per i diritti dell’infanzia, l’esercito ha iniziato a scortare i bambini per proteggerli dagli attacchi dei coloni, una politica che dura fino ad oggi.  

Il risultato è stata una generazione di bambini segnati dalla violenza che non possono andare a scuola fino all’arrivo dei soldati. Proprio stamattina, prima di quando avrei dovuto parlare con voi, ho scortato i miei cuginetti al punto di raccolta dell’esercito per garantire la loro sicurezza e assicurarmi che i soldati arrivassero in tempo. Diciassette anni passati a mettere un cerotto delle autorità sulle ferite sanguinanti causate dalla violenza dei coloni, invece di affrontarla alla radice.

Un soldato israeliano lancia pietre alle pecore per disperderle, Umm al Arayes, South Hebron Hills, Cisgiordania, 26 gennaio 2013. (Oren Ziv/Activestills

Se il vostro nuovo governo cerca di “ridurre il conflitto”, il risultato si deve vedere sul campo. Potreste autorizzare i permessi per costruire le case e garantire l’accesso a tutti i servizi e le infrastrutture di base che siete tenuti a fornire ai palestinesi sotto occupazione. Potreste smettere di sabotare la nostra sicurezza e la nostra libertà di movimento.  

Invece, negli ultimi mesi, avete lasciato che la violenza dei coloni aumentasse notevolmente. Il numero di incidenti con aggressioni fisiche da parte di ebrei contro palestinesi in Cisgiordania nella prima metà del 2021 è più che raddoppiato, passando da 52 tra gennaio e giugno 2020 a 130 nella prima metà del 2021. 

I residenti palestinesi delle colline a sud di Hebron hanno subìto le conseguenze di questa escalation. I coloni hanno lanciato pietre contro i palestinesi; case distrutte e bambini feriti nel sonno; raccolti bruciati; incendiate le balle di fieno della mia famiglia destinate a nutrire le nostre pecore; alberi palestinesi sradicati. E il cibo delle pecore bruciato avevamo dovuto comprarlo perché avete permesso ai coloni di espandere il loro avamposto nei nostri pascoli; il cranio del bambino di tre anni è stato fratturato perché avete detto ai vostri soldati di permettere ai coloni di “sfogarsi”. L’esercito era presente durante tanti assalti di questo tipo.  

Vi devo forse ricordare che un colono ha afferrato un’arma fornita dal governo a un soldato in servizio e ha sparato a una folla di palestinesi? Devo proprio farlo, dal momento che vi rifiutate di identificare, figuriamoci di agire, contro i coloni e i soldati coinvolti in questo e altri incidenti simili.

Anche quegli israeliani che hanno fatto una scelta diversa – la scelta di essere nostri partner, di unirsi a noi nel fornire acqua potabile a una famiglia abbandonata che vive vicino a un avamposto illegale costruito in parte sulla loro terra – sono tornati a casa in Israele con le ossa rotte, per mano dei vostri soldati. Abbiamo visto tutti quei video e tutti conosciamo queste storie. Eppure siete voi a progettare questa politica e decidete di trarre vantaggio da questa brutalità.

Di chi è il compito di fermare questi atti di terrore?

La vostra egoistica inerzia è una scelta ed è una scelta che continuerà a causare danni e a costare vite. La violenza dei coloni è violenza di stato. Il sangue versato in questi attacchi è nelle vostre mani e il potere di fermarli è nelle vostre mani. Le vostre politiche permettono tutto questo e le vostre politiche possono mettervi fine.

 Ali Awad di Youth of Sumud, colline a Sud di Hebron, si è laureato in Letteratura Inglese e AssopacePalestina è orgogliosa di aver contribuito al suo percorso di studi con il pagamento delle tasse universitarie.  

https://www.972mag.com/settler-violence-knesset-south-hebron-hills/

Traduzione di Donato Cioli – AssoPacePalestina

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