7 maggio 2021.
Ai direttori dei media Italiani, giornali, radio e tv.
I fatti contano, perché non si raccontano?
Da ormai alcune settimane, dopo che fanatici coloni (illegali) israeliani si sono riversati nella parte Est di Gerusalemme (occupata militarmente da Israele) al grido di “morte agli arabi”, si susseguono scontri tra palestinesi, coloni, esercito e polizia israeliana. Nel silenzio quasi generale dei nostri media.
Naturalmente ad avere la peggio sono sempre i palestinesi: picchiati, centinaia feriti, molti arrestati, così come israeliani pacifisti o deputati come Ofir Cassif (ebreo israeliano eletto nella lista di Hadash- Joint List).
Venerdì a Sheik Jarrah (quartiere palestinese di Gerusalemme Est, da anni sotto il tiro dei coloni con l’assenso delle autorità israeliane) palestinesi ed israeliani pacifisti, che ormai da molti anni manifestano per protestare contro la forzata evacuazione di famiglie palestinesi dalle loro case (di cui sono legittimi proprietari, come dimostrato dai documenti di proprietà consegnati dalle autorità giordane), sono stati attaccati dalla polizia israeliana (un ufficiale ha rotto gli occhiali del deputato Cassif), altri sono stati feriti ed alcuni arrestati. Inoltre, sono stati aggrediti migliaia di palestinesi riunitisi per la preghiera del Venerdì sera e poi trattenutisi nella Moschea di Al Aqsa per protestare contro la recente sentenza della Corte che ha dato via libera all’evacuazione di famiglie palestinesi e per la quale è stato presentato ricorso alla Corte Suprema che si riunirà lunedì 16. Il giornale israeliano Haaretz riporta che “almeno 205 palestinesi, di cui 88 ricoverati in ospedale, e 17 poliziotti sono stati feriti”.
Mi sarei aspettata titoli da prima pagina nei nostri giornali di sabato, invece nessun accenno su questi gravi fatti che sono stati denunciati dall’ Unione Europea, dal portavoce ONU della Commissione per i Diritti Umani, dal governo giordano e da molti altri.
Se tutto ciò fosse successo in altri paesi, avremmo visto fiumi di notizie, nei media e nelle Tv.
Ma forse i palestinesi sono figli di un dio minore, o, più semplicemente, se si raccontasse la verità sulle violazioni dei diritti umani e della legalità internazionale commesse da Israele si potrebbero temere rappresaglie e si potrebbe essere accusati di antisemitismo (atteggiamento a cui bisogna giustamente opporre resistenza) o ancor più semplicemente si applicano due pesi e due misure per quei paesi che si considerano alleati “occidentali”?.
Luisa Morgantini
già Vice Presidente Parlamento Europeo
Presidente AssopacePalestina
lmorgantinassopace@gmail.com
Roma, 7 maggio 2021
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Fino a quando non diremo o scriveremo sui giornali semplicemente che gli israeliani sono degli illegittimi occupanti della Palestina destinata ai palestinesi, fino a quando il governo israeliano eserciterà questa occupazione con metodi criminali, cioè fino a che la verità non sarà riconosciuta pubblicamente, non ci sarà speranza per gli israeliani di essere considerati cittadini di uno stato democratico. Saranno l’esempio negativo di vittime del passato che sono i torturatori di innocenti nel presente.
Condivido pienamente ciò che hai scritto!
I nazisionisti sono assassini che continuano a commettere crimini, ma molte persone non ne condannano
l’efferatezza per timore di apparire antisemiti
Sicuramente c’è anche il senso di colpa di molti europei ed il timore di passare per antisemiti. Anche se nemmeno questa parola per me è corretta : un tempo ebrei e palestinesi potevano dirsi entrambi semiti, oggi gli unici semiti sono i palestinesi visto che 2000 anni di esilio e matrimoni misti hanno inevitabilemte alterato il patrimonio genetico di quanti si proclamano discendenti del popolo ebraico del Vecchio Testamento. Sarbbe meglio dire anti-ebraismo. Dall’altra parte c’è il potere del denaro, delle lobby sioniste da sempre molto attive e molto capaci di occupare, influenzare i nostri mass media, la nostra politica, le nostre coscienze. Siamo società composte da individui con un livello culturale non particolarmente elevato ma soprattutto ci difetta spesso la voglia di appassionarci alla vera politica, alla giustizia, ai diritti degli altri, in particolare i più sfortunati , per i quali non siamo pronti a fare sacrifici .
Io sono arrivato alla conclusione di giudicare la politica sionista dello stato ebraico per quello che è incurante di beccarmi dell’ antisemita. Mi va bene anche così. Non mi importa. Sono dei criminali mondiali brevettati e basta
Ricordiamo bene che Israel non è una nazione ebraica, che è una nazione di politica sionista. Se Israel fosse una nazione ebrea rispetterebbe i dieci comandamenti…ma non lo fanno! Sono nato in una famiglia ebrea, mio nonno ha fatto 4 anni di campo, mia nonna, mia madre e mia zia hanno dovuto cambiare cognome per potere continuare ad andare a scuola (sono francese), sono cresciuto con le storie loro, con il sostegno ad Israel. Ho 63 anni e all’età di 16 anni, ho scoperto quello che succedeva in Israel e ho detto di no! Allora non posso essere antisemita!