PLO Publication, 16 gennaio 2020.
L’ inalienabile diritto dei Palestinesi all’autodeterminazione è indiscutibile. Ha una solida base nella legge internazionale, nelle risoluzioni delle Nazioni Unite e gode di una generale legittimazione internazionale. Ciononostante, il diritto all’autodeterminazione dei Palestinesi è stato per decenni sistematicamente negato a causa dell’occupazione israeliana, mentre la comunità internazionale non si è assunta la responsabilità di garantire tale fondamentale diritto. Un atto importante in questo senso è il riconoscimento dello Stato della Palestina. Il seguente documento di domande e risposte evidenzia questa importante questione ai fini della giustizia, della pace e della sicurezza.
“Lo Stato della Palestina dichiara qui di credere che le dispute regionali ed internazionali debbano essere risolte con mezzi pacifici, come affermato nella Carta delle Nazioni Unite e in varie risoluzioni ONU. Lo Stato della Palestina, fermo restando il diritto naturale a difendere l’integrità e l’indipendenza del suo territorio, rifiuta quindi la minaccia o l’uso della forza, della violenza e del terrorismo contro la sua integrità territoriale o la sua indipendenza politica, così come rifiuta il loro uso contro l’integrità territoriale di altri stati.” (dalla Dichiarazione di Indipendenza della Palestina, 15 novembre 1988 1)
“Ogni futuro negoziato di pace fra Israele e i Palestinesi non può più tornare ad essere trattato come cosa di ordinaria amministrazione. Se lo fosse sarebbe destinato a fallire. Dovrebbe invece iniziare su nuove basi, rette sulle leggi internazionali e sui diritti umani universali, con chiari parametri ed una data concordata per la conclusione”. (Gruppo The Elders in sostegno al Riconoscimento dello Stato di Palestina 2).
1. Perché è importante riconoscere lo Stato di Palestina?
L’adempimento dell’inalienabile diritto del popolo palestinese alla autodeterminazione è dovuto ormai da tempo, in quanto basilare diritto umano, e per questo motivo il riconoscimento dello Stato di Palestina è fondamentale. Inoltre tale riconoscimento favorisce l’attuazione del disegno di una soluzione politica a due-stati basata sui confini del 1967. Poiché Israele, la potenza occupante, sta procedendo con programmi di ulteriore annessione del territorio occupato, è essenziale che la comunità internazionale si attivi per far cessare l’occupazione della Palestina da parte di Israele. In definitiva, il riconoscimento dello Stato di Palestina riconferma l’importanza della diplomazia, della legge internazionale e delle risoluzioni delle Nazioni Unite impegnate nella realizzazione della pace.
2. Quali sono i confini dello Stato di Palestina?
Lo Stato della Palestina, in conformità con l’iniziativa di pace del Consiglio Nazionale Palestinese del 1988 e con la Risoluzione 67/19 3 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è composto dal territorio occupato da Israele nel 1967, che comprende la Cisgiordania, Gerusalemme Est e la Striscia di Gaza. Secondo la legge internazionale, Israele non ha diritti di sovranità sul territorio dello Stato di Palestina che rappresenta soltanto il 22% della Palestina storica. È per questo motivo che la Dichiarazione di Indipendenza Palestinese del 1988 è conosciuta come il “Compromesso Storico”
3. La legge internazionale autorizza gli Stati a riconoscere lo Stato di Palestina?
Sì. Ogni stato sovrano ha l’autorità di riconoscere altri stati mediante l’avvio di relazioni diplomatiche. Il riconoscimento dello Stato di Palestina è un passo avanti per completare la realizzazione del diritto all’auto-determinazione. Ogni stato ha l’obbligo di far cessare qualunque ostacolo imposto al popolo palestinese ad esercitare questo fondamentale diritto 4 come chiaramente stabilito dalla legge internazionale e riaffermato nella Opinione Consultiva del 2004 della Corte Internazionale di Giustizia, relativa alle conseguenze legali della costruzione del muro nel territorio palestinese occupato.
4. Il riconoscimento dello Stato di Palestina potrebbe imporre ulteriori responsabilità alla comunità internazionale?
Il riconoscimento dello Stato della Palestina non impone nuove responsabilità agli stati, in quanto gli Stati Terzi hanno già precedenti obblighi per la legge internazionale riguardo alla popolazione della Palestina occupata, compresa, tra l’altro, l’osservanza della Quarta Convenzione di Ginevra e il rigetto della situazione illegale creata da Israele, e devono cooperare attivamente alla cessazione di questa situazione. La responsabilità degli Stati Terzi a non riconoscere tale situazione illegale è stata recentemente sottolineata dalla risoluzione 2334 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che richiede agli stati di fare distinzione, nei loro rapporti ufficiali, fra Israele e il territorio palestinese occupato. La prevista banca dati delle Nazioni Unite (decisione 31/36, 2016 del Consiglio ONU sui Diritti Umani) sulle imprese coinvolte nelle attività degli insediamenti è un meccanismo che assisterà gli Stati ad adempiere agli impegni presi ai sensi della legge internazionale.
Il riconoscimento dello Stato di Palestina aumenterà certamente le possibilità di cooperazione tra la Palestina e gli altri stati e rafforzerà indubbiamente le istituzioni statali, il multilateralismo, la pace e la diplomazia.
5. Il riconoscimento della Palestina perde di significato nell’attuale realtà dell’occupazione, visto che sono possibili ulteriori annessioni di territorio appartenente allo Stato Palestinese?
No. La presenza di un’occupazione coloniale straniera non annulla l’esistenza dello Stato di Palestina. Il riconoscimento dello Stato di Palestina non significa riconoscere l’attuale realtà di insediamento e di assedio da parte d’Israele, anzi, oltre a riconoscere il diritto dei Palestinesi all’auto-determinazione, pone la Palestina su un più equo livello per negoziare lo status finale con Israele. La Palestina non è il primo paese assoggettato ad una occupazione straniera. Il riconoscimento di Francia, Polonia, Iraq e Namibia come veri stati non è mai stato messo in discussione dalla comunità internazionale quando erano sotto occupazione straniera.
6. Il riconoscimento dello Stato di Palestina dovrebbe essere connesso alle recenti dichiarazioni di Israele di ulteriori annessioni del territorio palestinese occupato?
No, visto che l’annessione di territori palestinesi ha avuto luogo fin dall’occupazione di Israele nel 1967, indipendentemente dai recenti o futuri pronunciamenti d’Israele su ulteriori annessioni. Ad esempio, immediatamente dopo la guerra del 1967 Israele allargò unilateralmente i confini della municipalità di Gerusalemme e dichiarò formalmente l’annessione della città ad Israele. Nel 1980 tale annessione fu riaffermata nella “Legge Fondamentale” che dichiara Gerusalemme la “completa e unificata” capitale d’Israele.5 La continua estensione e rafforzamento degli insediamenti illegali rappresenta anche una continua annessione de facto del territorio palestinese, poiché priva i Palestinesi della possibilità di esercitare il loro diritto all’auto-determinazione.
In particolare, il 18 luglio 2018 il parlamento israeliano ha emanato la “Legge dello Stato-Nazione Ebraico” in cui si dichiara che soltanto il popolo ebraico ha il diritto all’auto-determinazione in Israele, si considera “lo sviluppo delle colonie ebraiche come un valore nazionale da incoraggiare promuovere e consolidare”, e si riafferma Gerusalemme quale capitale d’Israele. 6 Viene inoltre usato il termine “Terra d’Israele” intendendo che la sua applicazione si estende oltre la Linea Verde includendo il territorio palestinese occupato. Questa legge viene pertanto usata per fornire copertura costituzionale e legittimare i programmi di annessione israeliani.
Nonostante numerose risoluzioni ONU in cui si condanna Israele per violazione della legge internazionale, e nonostante non si riconosca l’annessione di Gerusalemme e l’occupazione delle Alture del Golan Siriano, la comunità internazionale non ha preso alcun provvedimento, lasciando prevalere la cultura dell’impunità di Israele. Questo è servito a negare sistematicamente ai Palestinesi il loro diritto all’auto-determinazione.
7. Quanti stati attualmente riconoscono lo Stato di Palestina?
Al momento, 139 paesi riconoscono lo Stato di Palestina, compresi 9 dei 10 paesi più popolosi del mondo. Oltre l’80% della popolazione mondiale abita in paesi che hanno riconosciuto lo Stato di Palestina. La lista include una varietà di nazioni, come Sud Africa, Cina, India, Svezia, Russia, Islanda, Santa Sede e Brasile, oltre a tutta la Lega Araba ed una larga maggioranza dell’Organizzazione della Conferenza Islamica. L’ultimo stato che ha riconosciuto la Palestina è Saint Kitts e Nevis. 7
8. Il riconoscimento dello Stato di Palestina potrebbe indebolire le prospettive di un Processo di Pace?
Al contrario. Il riconoscimento dello Stato di Palestina non indebolisce le prospettive di un Processo di Pace e non deve essere visto come risultato di un qualsiasi processo di pace, in quanto si tratta di un inalienabile diritto del popolo palestinese. Il risultato di qualunque serio processo di pace deve produrre una soluzione pacifica fra due stati sovrani e indipendenti. Le affermazioni di Israele secondo cui il riconoscimento internazionale della Palestina indebolirebbe il Processo di Pace sono infondate e riflettono la posizione ufficiale di Israele che mina attivamente l’esercizio ed il rispetto dei diritti del popolo palestinese.
9. Il riconoscimento dello Stato di Palestina sulla base delle frontiere del 1967 pregiudica i diritti del Palestinesi che vivono in Israele, dei rifugiati e della Diaspora?
No. Il diritto dei Palestinesi di avere uno stato non cancella altri diritti previsti dalla legge internazionale, incluso il diritto dei cittadini palestinesi in Israele di essere trattati in modo egualitario, così come i diritti dei rifugiati palestinesi ed i loro diritti individuali, secondo la Risoluzione 194 dell’Assemblea Generale ONU e l’Iniziativa di Pace Araba quale parte di una formula globale di pace.
Note:
1 Traduzione dall’arabo disponibile a: http://www.mideastweb.org/plc1988.htm, ultimo accesso 12 gennaio 2020.
2 Il gruppo The Elders fu fondato da Nelson Mandela nel 2007 e rappresenta un gruppo di “leader globali che lavorano insieme per la pace e i diritti umani”. La citazione è tratta da un Opinion Piece firmato da due dei suoi membri, l’ex presidente USA Jimmy Carter e l’ex presente Irlandese e Alto Commissario ONU per i Diritti Umani, Mary Robinson. https://theelders.org/news/recognition-palestinian-state, ultimo accesso 12 gennaio 2020.
3 Risoluzione 67/19 dell’Assemblea Generale ONU: https://unispal.un.org/DPA/DPR/unispal.nsf/5ba47a5c6cef541b802563e000493b8c/19862d03c564fa2c85257acb004ee69b?OpenDocument, ultimo accesso 26 agosto 2019.
4 Corte Internazionale di Giustizia: “Conseguenze legali della costruzione di un muro nei Territori Palestinesi Occupati da parte di Israele”: https://www.icj-cij.org/files/case-related/131/131-20040709-ADV-01-00-EN.pdf, ultimo accesso 26 agosto 2019.
5 Parlamento israeliano: “Legge Fondamentale: Gerusalemme, Capitale di Israele”: https://www.knesset.gov.il/laws/special/eng/basic10_eng.htm, ultimo accesso 26 agosto 2019.
6 Vedi: Al Haq “La legge di Israele sullo Stato-Nazione e i Territori Palestinesi Occupati”: http://www.alhaq.org/advocacy/topics/wall-and-jerusalem/1344-factsheet-israels-jewish-nation-state-law-and-the-occupied-palestinian-territory, ultimo accesso on 26 agosto 2019.
7 WAFA: “Saint-Kitts-et-Nevis riconosce lo Stato di Palestina” : http://french.wafa.ps/page.aspx?id=efTPLca74762101656aefTPLc, ultimo accesso 26 agosto 2019.
https://www.nad.ps/en/publication-resources/faqs/recognition-palestine
Traduzione di Giuliana Bonosi