Il fondo pensioni della Chiesa Metodista Unita, il più grande gruppo protestante degli Stati Uniti con più di 7 milioni di aderenti, ha messo le cinque più grandi banche israeliane nella lista delle imprese in cui non investire e al tempo stesso ha disinvestito da due di queste banche che aveva nel suo portafoglio, a causa dei loro finanziamenti alla costruzione di insediamenti illegali nei Territori Occupati Palestinesi.
Le cinque banche nella blacklist sono: Bank Hapoalim, Bank Leumi, First International Bank of Israel, Israel Discount Bank, e Mizrahi Tefahot Bank. I titoli venduti ammontano ad alcuni milioni di dollari.
Lo stesso fondo pensioni metodista ha incluso Israele tra una dozzina circa di paesi “caratterizzati da prolungate e sistematiche violazioni dei diritti umani”, come l’Arabia Saudita, la Repubblica Centro Africana e la Corea del Nord.
Nel luglio 2015, un’altra chiesa americana, la Chiesa Unita di Cristo che conta circa un milione di aderenti, nel suo sinodo generale aveva approvato a grande maggioranza una decisione di disinvestire dalle compagnie che guadagnano dall’occupazione e di boicottare i prodotti delle colonie israeliane.
Il gruppo di Ebrei americani Jevish Voice for Peace ha definito questo evento una grande vittoria per il movimento BDS perché riconosce gli stretti legami tra le banche israeliane e gli interessi degli insediamenti. Si sono anche detti sicuri che la Chiesa Metodista subirà forti pressioni per ritirare questa decisione, anche perché tra cinque mesi la sua Conferenza Generale dovrà decidere se disinvestire, per gli stessi motivi, da Caterpillar, Motorola Solutions, ed Hewlett Packard. Hanno invitato quindi a sottoscrivere una lettera aperta a Barbara Boigegrain, Segretaria Generale del fondo pensioni metodista, per congratularsi e ringraziarla della coraggiosa decisione.
A cura di Assopace Palestina