La Jordan Valley Solidarity sta re-introducendo il metodo di costruzione tradizionale beduino che si basa sul principio della sostenibilità, ovvero sull’utilizzo di materiali naturali come i mud-bricks (mattoni derivanti da una miscela di fango, sassi e acqua), facilmente reperibili dalle comunità e che abbiano un basso impatto sull’ambiente permettendo di salvaguardarlo per le generazioni future.
Cosa comporta la scelta della JVS?
Che le comunità con poche risorse a disposizione possano costruire strutture permanenti che siano in grado di garantire condizioni di vita accettabili. Le strutture in mud-bricks garantiscono temperature relativamente fresche durante la stagione calda ed isolano sufficien- temente dagli agenti atmosferici;
il lavoro di costruzione coinvolge un gran numero di persone, l’obiettivo della JVS è infatti quello di mobilitare le comunità della Valle per rafforzare il loro sentimento identitario che l’occupazione mira a distruggere; fare ciò che è ritenuto impossibile dai più, ovvero costruire strutture ed infrastrutture permanenti nell’area C, ispirando altre comunità dell’area, ONG e sostenitori internazionali ad unirsi alla missione della JVS; creare allo stesso modo strutture per volon- tari internazionali andando a favorire la pratica della solidarietà che va a sfidare la strategia israeliana basata sull’ isolamento sia fisico che psicologico dei palestinesi.
Il progetto abitativo è teso a riaffermare l’eredità palestinese e il diritto dei palestinesi ad abitare la propria terra.
LA JORDAN VALLEY SOLIDARITY
La Jordan Valley Solidarity è un’associazione palestinese senza scopo di lucro formata dagli abitanti della Valle del Giordano. La sua missione consiste nell’affermazione dei diritti umani delle comunità locali, violati sistematicamente dall’occupazione israeliana.
Le sue attività vengo sostenute sia a livello nazionale che internazionale. I progetti della JVS si fondano sul diritto all’autodeterminazione dei popoli costantemente minacciato da restrizioni di movimento, arresti arbitrari, confische, demolizioni, limiti d’accesso alle risorse idriche, alla terra, all’elettricità e all’educazione, e sono mossi dal principio della resistenza non violenta.
Le attività dell’associazione riguardano nello specifico:
la ricostruzione, tramite metodi tradizionali, di case, cliniche e scuole demolite dalle autorità israeliane;
la costruzione di vie di comunicazione che facilitino l’accesso alla terra per le comunità locali;
la sensibilizzazione della comunità internazionale sulla situazione dell’area.
Con gli accordi di Oslo del 1993 la Palestina è stata divisa in tre aree:
– l’ Area A sotto il controllo civile e di sicurezza dell’ANP;
– l’Area B sotto il controllo civile dell’ANP e di Israele per quanto riguarda la sicurezza;
– l’Area C sotto il controllo integrale di Israele. La Valle del Giordano è compresa per il 95% nell’Area C.
Cosa vuol dire vivere sotto l’egida non solo militare, ma anche amministrativa di Israele?
Di fatto i palestinesi non hanno il diritto a costruire sulla propria terra. Dal 2000 solo il 6% delle richieste di permessi di costruzione da parte degli abitanti della Valle del Giordano è stato approvato. Le strutture che non ottengono un permesso vengono demolite. Secondo fonti ONU tra il 1988 ed il 2015 sono stati emessi 14.477 ordini di demolizione per l’Area C, altri 11.425 sono attualmente pendenti.
Al momento molte famiglie vivono in tende fatte di plastica, vestiti, legno e pezzi di metallo, non hanno libero accesso all’acqua e non dispongono di vie di comunicazione efficienti. Ciò in netto contrasto con la situazione nelle colonie che circondano i villaggi palestinesi, le quali, con i loro metodi di sfruttamento delle risorse idriche, agricoltura industriale, introduzione di piante ed animali non autoctoni, stanno compromettendo gli equilibri della terra natale degli abitanti della Valle.
Cercando di aggirare le pratiche amministrative del governo d’Israele miranti alla pulizia etnica della Valle del Giordano, la Jordan Valley Solidarity punta ad affermare il diritto inviolabile dei palestinesi di vivere e godere della propria terra.
Per maggiori informazioni sulla situazione palestinese visitate il sito dell’ OCHA (Ufficio ONU per il Coordinamento delle Questioni Umanitarie) nei Territori Palestinesi Occupati e la pagina Facebook
LA JORDAN VALLEY SOLIDARITY HA BISOGNO DI NOI
La Jordan Valley Solidarity, con il suo progetto abitativo, mira ad affermare il diritto inviolabile dei palestinesi a vivere e godere della propria terra.
Il 95% della Valle del Giordano è compreso nell’Area controllata sia amministrativamente che militarmente da Israele. Verso di essa sono stati emessi negli ultimi anni 14.477 ordini di demolizione. Al momento un gran numero di famiglie palestinesi vive in tende fatte di plastica, vestiti, legno e pezzi di metallo.
Nella reintroduzione del metodo di costruzione tradizionale beduino basato sul principio della sostenibilità. Per perseguire il suo obiettivo la Jordan Valley Solidarity si avvale di un macchinario da essa progettato, in grado di produrre ogni giorno dai 400 ai 500 mud-bricks. Una quantità tale da permettere di costruire, nell’arco di un mese, fino a dieci abitazioni che possono garantire la sicurezza alle famiglie della Valle, le quali hanno dovuto assistere, impotenti, all’abbattimento delle proprie case.
AssoPace Palestina sostiene da tempo ciò che Rashed e Shireen sono stati in grado di creare, unitevi a noi ed aiutateci a realizzare ciò che molti ritenevano impossibile e che la JVS sta invece realizzando.
Fasayil ha bisogno di un camion nuovo per trasportare i mattoni!
La Jordan Valley Solidarity, con il suo progetto abitativo, mira ad affermare il diritto inviolabile dei palestinesi a vivere e godere della propria terra. Il 95% della Valle del Giordano è compreso nell’Area controllata sia amministrativamente che militarmente da Israele. Verso di essa sono stati emessi negli ultimi anni 14.477 ordini di demolizione. Al momento un gran numero di famiglie palestinesi vive in tende fatte di plastica, vestiti, legno e pezzi di metallo.
In cosa consiste il progetto della JVS?
Nella reintroduzione del metodo di costruzione tradizionale beduino basato sul principio della sostenibilità. Per perseguire il suo obiettivo la Jordan Valley Solidarity si avvale di un macchinario da essa progettato, in grado di produrre ogni giorno dai 400 ai 500 mud-bricks. Una quantità tale da permettere di costruire, nell’arco di un mese, fino a dieci abitazioni che possono garantire la sicurezza alle famiglie della Valle, le quali hanno dovuto assistere, impotenti, all’abbattimento delle proprie case.
Ma la JVS è ambiziosa, il suo progetto ha avuto successo, si è riusciti a fare ciò che era ritenuto impossibile: costruire case ed infrastrutture permanenti nell’area C e questo sta ispirando altre comunità, ONG e sostenitori internazionali ad unirsi alla sua missione.
Si mira quindi adesso ad incrementare la produzione per ricostruire scuole, cliniche e reti di collegamento al fine di garantire ai palestinesi dell’Area C una vita dignitosa nonostante l’occupazione. Per fare ciò però la forza, la volontà e l’impegno della Jordan Valley Solidarity non basta. AssoPace Palestina sostiene da tempo ciò che Rashed e Shireen sono stati in grado di creare, unitevi a noi ed aiutateci a realizzare ciò che molti ritenevano impossibile e che la JVS sta invece realizzando.
Per maggiori informazioni
sito: www.jordanvalleysolidarity.org
Facebook: JordanValleySolidarityOrg
Per donazioni
UNIPOL BANCA – filiale 140 supino (FR)
IBAN IT50 O 031 2774 6100 0000 0001 527 BIC BAECIT2B
Causale: Valle Giordano – Camion