Al Ministro degli Affari Esteri
Giulio Terzi di Sant’ Agata
Roma, 4 Maggio 2012
Egregio Signor Ministro,
rappresentiamo una rete di associazioni, singoli e movimenti che sono uniti per la fine dell’occupazione militare israeliana, la libertà e l’autodeterminazione della popolazione palestinese nei territori occupati nel ’67 e l’applicazione del diritto internazionale.
Le scriviamo per chiederLe di intervenire immediatamente con le Autorità Israeliane al fine di salvare la vita di Bilal Thaer e di Diab Halahleh, in sciopero della fame da 67 giorni e per la cancellazione della detenzione amministrativa che, illegalmente, Israele applica a centinaia di cittadini palestinesi.
Le chiediamo inoltre di intervenire affinchè le autorità carcerarie israeliane accolgano le richieste dei prigionieri e cessino le punizioni collettive nei confronti di chi è in sciopero della fame, punizioni che vanno dalle continue e violente perquisizioni, sospensione della pausa giornaliere all’aria, multe, celle d’isolamento, trasferimenti, punizioni corporali, non accesso a medici indipendenti e adeguate cure mediche.
E’ dal 17 Aprile 2012, che i prigionieri politici palestinesi nelle carceri israeliane, hanno lanciato uno sciopero della fame e presentato una serie di richieste per il rispetto della loro dignità e della loro vita. Tra le richieste vi è in primo luogo la fine della detenzione amministrativa (vi sono palestinesi in carcere da più di 12 anni senza aver subito alcun processo), l’isolamento e altre misure punitive, tra cui la tortura, la negazione delle visite dei famigliari e degli avvocati, in particolare per i prigionieri della Striscia di Gaza che non possono ricevere visite dei famigliari fin dal 2007.
I prigionieri in sciopero della fame, che si stima siano circa 2.500,rivendicano anche l’accesso all’istruzione cosi come il diritto alle cure mediche (sono molti gli esempi, documentati oltre che dall’associazione per i diritti umani palestinesi anche dalla Croce Rossa e dal’associazione israeliana Bet Selem, di prigionieri che non hanno avuto accesso alle cure per il cancro, per ferite, per problemi di vista, per torture subite).
I prigionieri nelle carceri israeliane sono 4.700, di cui 8 sono donne, 190 minori, 320 in detenzione amministrativa, 19 in celle d’isolamento, 27 sono membri del Parlamento, 120 sono in prigione da prima del 1994, 1.000, bisognosi di cure mediche. Le loro condizioni di vita quotidiana oltre ad essere illegali sono profondamente disumane, e tutto è documentato da (www.betselem.org, www.addameer.org), ma anche da altre organizzazioni comprese tra altre, la Croce Rossa, Human Rights Watch ed Amnesty International.
Le comunichiamo che, in solidarietà con i prigionieri palestinesi, la rete romana di solidarietà, a partire da Domenica 5 e fino a Martedì 7 sarà per tre giorni in sciopero della fame, al quale tra gli altri hanno già aderito: Moni Ovadia, scrittore, regista,attore, Vincenzo Vita, senatore, Giovanni Franzoni della Comunità di S. Paolo e Luisa Morgantini già Vice Presidente del Parlamento Europeo.
Confidiamo nel suo senso di responsabilità e nella sua sensibilità e ci auguriamo che il nostro appello, così come l’appello del Consiglio Palestinese per i diritti Umani, che le alleghiamo non restino inascoltati
In attesa di una sua comunicazione e restando a sua disposizione per incontro o ulteriori informazioni, le porgiamo i più distinti saluti.
Per la Rete Romana di Solidarietà con la Palestina
Luisa Morgantini, Nino Lisi, Loretta Mussi
Per comunicazioni: luisamorgantini@gmail.com Tel. +39 3482465